Ogni esposizione di quadri che abbia un valore artistico vive intrinsecamente con la vitalità dei suoi soggetti, respira coi colori e le forme dei dipinti e sa offrire sulle tele le molteplici sfaccettature di quell’esistenza che l’artista (o gli artisti) hanno concepito, tenuto in gestazione e partorito. Attimi di una vita transitoria e unica, di cui i collezionisti si appropriano, quando acquisiscono un dipinto o un’opera. E questa mostra, proprio a partire proprio dal titolo, dichiara senza mezzi termini di trarre il suo spunto vitale da Seriate e dai suoi dintorni, nutrendosi delle sue strade, dei suoi palazzi, dei suoi più intimi recessi, per mostrare a noi – bimbi catapultati all’interno di una pasticceria – i mille scorci quotidiani o inusuali, le vedute più o meno consuete e i dintorni bucolici della città seriana: istantanee colte non già con un obiettivo fotografico, ma con l’occhio esperto e affascinato di Liudmila Bielkina Ivanova. L’artista siberiana, sin dalla sua formazione, prima a Krasnoyarsk e poi all’Accademia di Belle Arti di San Pietroburgo, si muove lungo la strada bi-centenaria dell’arte figurativa russa (vi si notano reminescenze di grandi pittori russi) e della pittura realista in generale. L’amore per il paesaggio e la natura morta, l’esecuzione “en plein air” da cavalletto, ne sono la migliore attestazione. Tuttavia, il suo temperamento curioso e aperto alle novità la conduce a una continua rielaborazione del linguaggio figurativo in direzione quasi simbolista ed intimista.
Nei suoi quadri questo doppio binario si evidenzia sin da subito. A fronte di un impianto solido e sicuro, l’artista si muove con grande agio nelle diverse tecniche esecutive: a volte i contorni delle cose si fanno volutamente netti e marcati, come nella vetrata di una chiesa gotica sulla quale si stagliano gli azzurri, i rossi, i bruni e i gialli aciduli; altre volte i tratti del pennello sfumano la realtà, contribuendo a creare una dimensione diafana e impalpabile, quasi acquerellata, attraverso il trascolorare dei toni cromatici e le incessanti palpitazioni atmosferiche, dove prevalgono i colori freschi di un’alba mediterranea o quelli accesi di un tramonto subalpino.
Questi sono i presupposti artistici che Liudmila ha inteso piantare – come un seme fecondo – in terra bergamasca: le opere degli allievi presenti, pur nelle differenti sfumature legate alle varie personalità e ai singoli temperamenti, mostrano quella stessa linea di condotta. Alcuni di loro paiono legarsi fortemente ai valori atmosferici, sia perché porgono l’accento sulle tonalità e le variazioni cromatiche, sia perché, al contrario, le smorzano fino a restituirci una visione soffusa quasi di un disegno monocromo. Altri ancora sono più attenti alla dimensione strutturale, costituita dalla solidità dei piani prospettici e dal variare dei valori cromatici in base alla vicinanza-lontananza degli oggetti. Ma tutti si lasciano condurre indistintamente e in maniera entusiasta sulla fascinosa strada della pittura da cavalletto.
Corrado Facchinetti